Vai al contenuto

Una notte al Rifugio Campogrosso

Da un pò di tempo volevamo percorrere l’Ortogonale1, un percorso cicloturistico che parte da Creazzo in provincia di Vicenza e che conduce al Rifugio Campogrosso. In passato l’Ortogonale1 era la linea difensiva che partiva da Campogrosso e percorrendo la dorsale spartiacque tra le valli dell’Agno e del Leogra terminava al campo trincerato di Vicenza. Questa linea adesso è diventata un percorso perfetto da affrontare in bicicletta e collega in pochi (ma intensi) chilometri, Creazzo al Rifugio Campogrosso, un rifugio alpino immerso nella splendida cornice delle Prealpi Vicentine, sulle Piccole Dolomiti, circondato dal Gruppo del Carega e dalla Catena del Sengio Alto.
 
Fino a qualche settimana prima l’Ortogonale1 era solo un’idea che ci girava per la testa; la spinta giusta ce l’ha data Giulio che ci ha chiamato chiedendoci se, oltre a percorrere l’Ortogonale1, ci andava anche di dormire al Rifugio. Non serviva altro per convincerci.
 
Abbiamo cercato di organizzarci in fretta per sfruttare il più possibile il sole tiepido ed i colori dell’autunno. Il solito giro di messaggi ed in qualche ora la banda era quasi al completo: Tina e Fox ormai sono parte integrante di questo progetto e neanche loro non sono riusciti a dire di no a questi due giorni wild in mezzo a colline e montagne. Giulio ha telefonato al Rifugio per prenotare 5 posti ed eravamo pronti.
 
Il programma era quindi chiaro e delineato: partenza il sabato mattina e percorso Ortogonale1 in assetto bikepacking fast&light. Cena, notte e colazione al Rifugio Campogrosso. La traccia abbiamo dovuto modificarla ed adattarla per essere percorsa anche in gravel bike perché l’Ortogonale1 nasce come percorso da mountain bike da percorrere in discesa. Senza sconvolgerlo ne è venuta fuori una traccia fedele al 90% a quella originale, molto scorrevole e semplicemente stupenda, almeno guardandola su komoot. La potete visionare qui, sul nostro profilo komoot.
Rifugio Campogrosso Ortogonale1
Il martedì prima della partenza ha nevicato ed al Rifugio Campogrosso al mercoledì mattina si contavano più di 30cm di neve. Il sole però ha lavorato fin troppo bene e al venerdì abbiamo ricevuto la conferma che la strada principale per arrivare al Rifugio era sgombra quindi percorribile. Dal campo base è arrivato il via libera. Abbiamo legato le borse sulla bicicletta e ci siamo dati appuntamento il sabato 26 novembre 2022 alle 9:15 al nostro bar pasticceria di fiducia Il Girasole a Sovizzo.
 
Non siamo partiti troppo presto principalmente per pedalare il più possibile nelle ore centrali. Poi, si voleva arrivare al tramonto. Prima di partire bisogna aprire una parentesi: purtroppo Andrea non se la è sentita di partire in quanto i giorni prima non è stato bene e le forze non erano ancora al 100%. Ha preferito stare a casa e ricaricare le energie.
 
Colazione fatta, 3 gradi e prime pedalate agili in pianura per scaldarci. L’Ortogonale1 parte in pianura, da Creazzo a Costabissara, gli unici due km di pianura di tutto il percorso. Ci si inizia subito ad alzare in collina, tra Monteviale, Ignago e Torreselle. Tutto si alzava: noi, il sole e la temperatura. In poco tempo siamo passati dall’aver freddo all’aver caldo: i gilet volavano dentro alle borse e le giacche si aprivano. Siamo passati sulle prime strade bianche di questo Ortogonale1, immerse tra i colori dell’autunno e con una vista speciale sulle montagne, quelle che sarebbero state la nostra meta. Iniziavamo a scorgere la neve.
Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Si pedalava abbastanza facile nonostante le bici un pò di carico lo avessero. Tuttavia le borse non contenevano peso eccessivo. Il setup era più o meno questo: borsa sottosella Cluster da 13L con dentro un cambio completo per la sera (pantaloni, calzini, intimo termico, felpa, piumino, berretto ecc..) e sulle borse da telaio attrezzatura video, cavi di ricarica, cibo ed igiene. Saccoletto estivo (avremmo dormito all’interno dei cameroni) legato sul manubrio con due tiranti. Due borracce da 550ml e l’immancabile Takuin contenente l’attrezzatura meccanica.

Raggiunto Montepulgo siamo scesi in Priabona e risaliti a Campipiani, quindi Faedo. Da qui è iniziato un tratto bellissimo e tutto in quota che ci ha fatti passare per Contrada Massignani, Cima, Mucchione e Passo dello Zovo. In questa parte di percorso abbiamo trovato strade bianche e single tracks immersi nel foliage autunnale. Giallo, arancione e rosso in tutte le direzioni.

Siamo arrivati qui al momento giusto, prima che tutto questo colore venga soffiato per terra.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1
Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Dal Passo dello Zovo abbiamo preso la strada forestale che gira attorno al Monte Civillina. É scorrevole, tutta in falsopiano e soprattutto è ben battuta. Raggiunto il Passo della Camonda abbiamo iniziato un tratto in falsopiano asfaltato da cui era possibile ammirare le montagne a fianco tra cui spiccavano il Rifugio Montefalcone e il Rifugio Cesare Battisti.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Ripida discesa su fondo sterrato compatto che ci ha portati a Staro. Da qui mancava l’ultima ascesa, la più lunga ed impegnativa di tutto il giro quindi a Staro bisogna arrivare con ancora energie. Da qui mancavano esattamente 11km e 900 metri di dislivello. Si sale inizialmente su asfalto e poi si passa sulla strada forestale fino a Staro Mille.

Le montagne ormai erano vicinissime, l’aria limpida ce le faceva quasi toccare con la la ruota anteriore.

Da qui, prima di imboccare una strada sterrata in falso piano, abbiamo affrontato un tratto di portage di circa 1km su fondo impegnativo (smosso e molto pendente). Dopo la passeggiata però abbiamo trovato degli scorci incredibili che ci hanno fatto accettare quella fatica extra e non prevista.

Una vecchia strada in costa al monte ci ha portati a Malga Ravo e davanti a noi il panorama era incredibile: cime rocciose innevate. La temperatura volava giù, eravamo di poco sopra lo zero. I guantini estivi hanno lasciato il posto ai guanti invernali.

Sbucati sull’asfalto abbiamo raggiunto il Rifugio Piccole Dolomiti alla Guardia e la neve ormai colorava tutto il paesaggio. Una cosa che abbiamo apprezzato molto nell’affrontare questa avventura a fine novembre è che siamo passati da un autunno mite ad un quasi inverno in pochissimi km.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1

La luce stava diminuendo, erano le 16:30 del pomeriggio ed abbiamo deciso di far volare il drone per vedere dall’alto tutta quella roccia spruzzata di neve. Faceva freddo e sono bastati pochi minuti per disperdere tutto il calore ma gli occhi erano troppo concentrati sulle immagini del drone per guardare l’ora e capire che mancavano si e no ancora 20 minuti di luce.

L’ultima parte di salita è stata fredda e sempre più buia, la notte stava invadendo la carreggiata. La temperatura sul Garmin ha raggiunto velocemente gli zero gradi. La neve copriva tutto il paesaggio ed uno spicchio di luna spuntava sopra le montagne. Siamo arrivati al Rifugio alle 17:10, con un filo di luce e con la strada che scricchiolava di freddo sotto alle nostre ruote.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Ci siamo battuti il cinque, abbiamo riposto al caldo in un piccolo magazzino le nostre bici e siamo entrati. Dentro al Rifugio si stava bene e la pelle del viso sfogava. Abbiamo bevuto vin brulé alla mela, rum e bombardini.

Dopo esserci sistemati nei cameroni del Rifugio, abbiamo cenato ed è stato un momento magico. In quel momento c’erano quattro amici felici che guastavano una cena ottima e soprattutto assaporavano già il ricordo di una pedalata stupenda passata assieme, aggrappati al manubrio della bici. Ci siamo infilati in branda e abbiamo ricaricato tutte le energie. Cellulari e drone compresi.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Sui letti a castello dei cameroni si dorme bene e non è mai stato freddo, anzi, è bastato un saccoletto estivo per avere caldo. La sveglia è suonata alle 7:00 perché domenica 27 novembre 2022 avrebbe visto la sua alba alle 7:31. Il bagliore del sole iniziava ad illuminare le colline.

Il drone era pieno di energie e lo abbiamo fatto svolazzare sopra al Rifugio. C’erano -6 gradi, l’aria frizzante faceva lacrimare gli occhi che comunque, lacrime o non, si godevano un’alba maestosa. Il sole è sbucato puntuale all’orizzonte. La roccia del Gruppo del Carega si è subito colorata.

I regaz si erano già piazzati per fare colazione ed è stata una delle più panoramiche. Oltre alla vista sulle montagne, la colazione comprendeva pane, brioches, marmellate, miele, burro, the, succo, latte e caffè.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1

Abbiamo chiuso le borse e le abbiamo rimontate sulle bici. Ci siamo vestiti, allacciati il casco, abbiamo salutato la neve e siamo ritornati in autunno.

Rifugio Campogrosso Ortogonale1
Per tornare al punto di partenza abbiamo percorso la discesa asfaltata che dal Rifugio conduce a Recoaro Terme, passando per Merendaore e poi la ciclabile della Valle dell’Agno fino a Montecchio Maggiore. 47km senza dislivello e in buona parte in discesa.
 
Avventura super consigliata! Bella da fare in tutte le stagioni anche se con il paesaggio innevato è stata speciale.
 
Qui di seguito vi lasciamo il VIDEO che trovate sul nostro canale YouTube: