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Sentiero del Ponale e Monte Tremalzo

Ponale e Tremalzo, siamo sinceri, erano nella lista delle cose da fare già da un pò. Un giro ad anello che lo abbiamo sentito raccontare in tutte le salse: c’è chi lo pedala in mtb, chi consiglia la gravel e chi la sconsiglia. Per alcuni è meglio salire al Tremalzo lungo l’asfalto, per altri dallo sterrato. 
 
Insomma, la materia ci piaceva e il racconto di Fox che lo ha percorso qualche mese prima ci ha convinto ad organizzare questo giro. Per disegnare la traccia abbiamo sfruttato l’opera da battipista di Fox ma è stata fatta analizzare anche da Valentina, una nostra amica che vive a Riva del Garda, zona di partenza di questo giro. Valentina ci ha dato il via libera e ad inizio ottobre eravamo al Lago, pronti per scoprire questo lato wild del Garda.
 
Questa è l’illustrazione del percorso e la traccia gpx la trovate sul nostro profilo komoot, qui.
Lago di Garda, Ponale e Tremalzo

Partenza da Riva del Garda ma consigliamo di fare un pò di riscaldamento in più perché la salita inizia subito, a neanche 1 km dal centro di Riva. I primi km sono pedalabili e scorrevoli, su fondo sterrato scorrevole e mai smosso. Si passa a lato della roccia del Ponale e a volte anche al suo interno, con qualche galleria (meglio avere una torcia frontale, noi ne avevamo una da 500 lumen e sono stati più che sufficienti per tutto il giro). Una cosa è sicura: su questi primi metri di salita il Lago di Garda ce lo avrete sempre lì, sulla sinistra ed il panorama sullo specchio d’acqua e sulle montagne del versante Veneto è favoloso.

Dopo il primo tratto la salita cambia, ci si inizia a spingere nell’entroterra, verso il Lago di Ledro. Qui il fondo cambia spesso, dallo sterrato, all’asfalto e fino a qualche tratto in pavè. Si attraversano piccoli paesini, si scala qualche rampa abbastanza arrabbiata. È proprio tra i paesini di Biacesa di Ledro, Prè di Ledro e Molina di Ledro che abbiamo trovato il tratto di salita più impegnativo, da Ledro in poi la salita si è fatta molto costante e pedalabile. Sì, lunga ma pedalabile. Ci saranno ancora degli strappi, circa a 26km (all’inizio della salita verso il Tremalzo) e a 50km ma generalmente corti.

Non corriamo troppo, c’è ancora il Lago di Ledro: ci si arriva quasi subito dopo circa 20km e 600 metri di dislivello. Questa zona è bellissima e mentre la pedalavamo ci sembrava di disturbare da quanta calma e silenzio c’erano. Alberi di tutti i colori.

Un piccolo sentiero sterrato a fianco del lago ci ha fatto divertire per un pò prima di proiettarci sul una pista ciclabile asfaltata verso la salita al Tremalzo. Abbiamo iniziato a trovare dei pini ed in alcuni punti sembrava di essere in una ciclabile delle Dolomiti.

La salita principale, chiamiamola così, inizia circa dal Lago d’Ampola ed arriva all’Albergo Garda. Tutta asfaltata, tutta pedalabile. Non è difficile ed il paesaggio fa la sua parte per distrare il ciclista: man mano che si sale si esce dalla vegetazione ed intorno si iniziano a scorgere panorami mozzafiato, da un lato verso le montagne bresciane dall’altro verso quelle Venete.

Siamo arrivati in cima a bocca aperta, non tanto per la fatica quanto per la bellezza del paesaggio che ci circondava. Ci siamo fermati su un prato con una vista incredibile e a perdita d’occhio.

Lago di Garda, Ponale e Tremalzo

Maccheroni Tremalzo e birra all’Albergo Garda erano già nei patti ad inizio giro, non abbiamo potuto fare altro che sederci al sole e siglare questo accordo.

Dopo la pausa attenzione, c’è ancora salita da fare, circa 180 metri di dislivello su un fondo sterrato un pò dispendioso. Si arriva in cima abbastanza veloci comunque. Alla fine sono un paio di km al massimo. Panorami sempre incredibili da ogni parte in cui ci si gira. Abbiamo messo il piede a terra molto spesso in questo tratto, qualcuno dice per fare foto, altri per riprendere un pò di fiato dopo i maccheroni.

Lago di Garda, Ponale e Tremalzo

Il vero GPM del giro è qui, al km 37 circa. Prima di attraversare la galleria e quindi passare nel versante a ridossò del lago, date un’ultima occhiata al panorama.

Dopo la galleria ci si proietta verso il Lago, letteralmente! Una discesa pazzesca principalmente su mulattiera sterrata ma con anche qualche single track. Non ci sono insidie, non ci sono settori tecnici, la gravel bike ha funzionato molto bene.

Anche in questa parte di giro è tornata utile la nostra torcia da 500 lumen: ci sono alcune gallerie non proprio corte e nel mezzo, dove non arriva la luce del sole, bisogna illuminare sennò non si vede bene dove mettere le ruote.
 
A metà discesa c’è qualche tratto in salita da fare, brevi ma attenzione che le gambe saranno fredde e le pendenze abbastanza cattive (in qualche punto al 27%).

La discesa riprende su single track; in alcuni punti ci fermiamo ed usciamo dalla traccia spingendo la bici a piedi per ammirare il Lago sotto di noi, che si fa sempre più visibile.

Siamo arrivati a Bocchetta Larici con una luce ormai calda e da tardo pomeriggio. Il vento era tiepido e forte; anche se eravamo in sopra media per le temperature di ottobre, un antivento è sempre meglio averlo con se in questo genere di giri. Qui, se portate un lucchetto per bici, potete legarla su di una staccionata e raggiungere Cima Larici a piedi (poche centinaia di metri).

Oppure bici in spalla.

La parte conclusiva della discesa passa attraverso Pregasina e poi si ricollega alla prima parte di percorso. Da qui di nuovo Sentiero del Ponale. Ci siamo gustati il tramonto correndo veloci sulla ghiaia, guardando il Lago e là davanti Riva del Garda.

Il giro è più che consigliato e, con la nostra configurazione, lo potrete affrontare anche in gravel senza problemi (ruote da 650b e coperture da 50mm). Potreste essere un pò al limite con pneumatici da 40mm (la discesa è scorrevole ma in certi punti il comfort dei 50mm è stato più che apprezzato). Rapporti:  per noi è meglio pedalare con una trasmissione 1:1 (noi in questa avventura montavamo un 38T e 9-42). Il cima all’Albergo Garda c’era molto vento e anche se le temperature che abbiamo trovato noi erano miti, consigliamo di portarsi dietro un antivento, una maglia intima di cambio e delle fasce collo/testa. Tutta l’attrezzatura ci è stata su 3 borse (telaio da 4 litri, top tube e manubrio).

Regaz, a noi questo giro è piaciuto e se non avete una gravel estremamente slim, lo potete tranquillamente percorrere.

Qui sotto vi lasciamo il Vlog.

Buona visione e buon giro!