Mantova Gravel Tour
A Monteforte d’Alpone ci siamo fermati in un bar dove abbiamo fatto la consueta colaz ed un briefing sul percorso.
L’obiettivo del giro era Mantova e per arrivarci abbiamo tracciato un giro ad anello di 225km di cui circa 160km su piste ciclabili. Il dislivello è minimo, circa 400 metri. Questo percorso transita su piste ciclabili molto frequentate in Veneto e principalmente sulla Pista Ciclabile del Mincio Peschiera-Mantova e sulla Ciclovia Adige Sud. Si sfruttano anche la ciclabile delle Risorgive e la pista ciclabile del Fiume Bussè. Per chiudere il cerchio abbiamo anche inserito degli argini molto belli e quasi tutti sterrati: a ridosso del Mincio e sul Canal Bianco, entrambe nel pezzo più a sud del percorso. Nel rapporto asfalto/sterrato vince l’asfalto ma comunque lo sterrato è presente in buona quantità: circa il 35% del giro è su strade bianche o sterrate ma sempre ben battute.
Ecco la mappa di questo tour perfetto per la gravel:
Dopo una super colazione da bar pasticceria, quasi come per penitenza, la traccia ci fa fatto pagare l’unica tratta su strada provinciale, fino a Belfiore. Qui abbiamo preso la Ciclovia Adige Sud, bella larga, sterrata e l’abbiamo percorsa fino a Pontoncello.
Da Pontoncello ci siamo buttati sulla ciclabile delle Risorgive, almeno così la chiama Komoot. Ci ha portati fino a Villafranca di Verona completamente fuori dal traffico: attenzione agli attraversamenti che ce ne sono parecchi! Dopo l’asfalto è arrivato anche un pò di sterrato, passando a fianco ed attraverso a delle colline basse; abbiamo trovato anche una piccola Oasi nel verde, che dispensava panini e succhi artigianali. Portabici in gran quantità, evidentemente i ciclisti qui sono i benvenuti. La abbiamo sfruttata per un pit stop veloce.
Dopo il succo artigianale all’albicocca siamo ripartiti in direzione Valeggio sul Mincio, a nostra scoperta sempre su ciclabile. Raggiunto Valeggio e poi Borghetto, siamo saltati sulla Pista Ciclabile del Mincio Peschiera-Mantova, circa a metà, quando a noi mancavano 31km per la città più a sud. Abbiamo pedalato prima lungo il Mincio su un fondo interamente asfaltato e poi lungo lo Scaricatore Pozzolo – Maglio che offre una piacevole alternativa ghiaiosa.
Siamo arrivati a Mantova completamente su ciclabile, passando prima sul Lago Superiore e poi sul Lago di Mezzo. A Mantova ci siamo piazzati su uno dei tavolini della Scaravelli:Forneria e ci siamo gustati panini con il cotechino e con la porchetta. Birretta per sgrassare.
Checkpoint sotto al porticato della Forneria super consigliato. Questo è stato un highlight della nostra ride che abbiamo voluto illustrare. Avevamo già pranzato qui, tre anni fà e proprio in quelle prime gravellate immaginavamo questo progetto. Ci siamo tornati con il nostro giallo, il nostro viola ed il nostro verde. Colori a parte, non è cambiato niente. Il nostro desiderio di salire in bici e pedalare è rimasto lo stesso, così come il panino con la porchetta e la birra, buono uguale!
A pranzo concluso abbiamo raccolto energie, caschi ed occhiali e ci siamo addentrati nelle stradine del centro storico di Mantova, per provare a conoscerlo un pò meglio, fino alla Basilica di Sant’Andrea, imponente sotto ad un immobile cielo azzurro. Ma non c’era troppo tempo per fare i turisti, i km rimanenti erano ancora 130 e bisognava tornare a fare i gravelers e mulinare sugli argini. Sembravano un pò appisolate anche le bici.
Grazie Mantova, sei stata la giusta pausa a metà giornata, bella e soprattutto buona! Ciao! Alla Prossima!
Appena fuori dal centro storico di Mantova siamo passati a fianco del Lago Inferiore e poi tra alcuni parchi di periferia con un misto di ciclabili asfaltate e sterrate più qualche ponte e sottopasso da oltrepassare. Abbiamo trovato dei graffiti che ci hanno riportati indietro nel tempo, ai pranzi dopo la scuola, quando sedersi sul divano e vedere Homer dare fuoco alla centrale nucleare di Springfield era l’unica priorità.
Appena fuori Mantova, prima di riprendere l’argine del Fiume Mincio, Komoot ci ha fatto svoltare per pedalare su un piccolo sentierino che è iniziato stretto e si è chiuso sempre di più fino a dover smontare dalla bici per oltrepassare delle piante cadute.