Bikepacking tra Valsugana e Lago di Garda

La partenza al sabato è stata fresca ma il cielo azzurro e il sole pieno all’orizzonte ci hanno subito riscaldati e dopo pochi km il motore girava già molto bene. Da Quinto a Bassano del Grappa è quasi tutta strada statale asfaltata, il tratto più trafficato del giro sono questi primi 15km. Volendo, con un’aggiunta di 10km si può raggiungere la Ciclovia Fiume Brenta che noi, per esigenze di tempo, non abbiamo raggiunto. Set up abbastanza leggero anche se, ad inizio marzo, un piumino è sempre meglio portarselo dietro. Sulla borsa sottosella (da 13 litri) abbiamo inserito tutto l’abbigliamento mentre nelle due borse da telaio (circa 5 litri in tutto) abbiamo allocato il drone e il suo controller, i cavi di ricarica, documenti e spazzolino e dentifricio. Nella piccola borsa da manubrio qualche barretta.

A Bassano rapida colazione, passaggio in centro storico e sul Ponte degli Alpini.


Dopo aver attraversato Bassano, abbiamo intercettato la Pista Ciclabile della Valsugana che abbiamo percorso per intero fino ai laghi di Levico e Caldonazzo. Per noi non è nuova, la abbiamo già percorsa in varie occasioni ma ogni volta ci lascia a bocca aperta perché è il luogo perfetto per chi come noi ci viaggia in bici.

È abbastanza lunga e per tanti km (circa 70km) non si vedono strade trafficate. È pulita, scorrevole e non per ultimo attraversa luoghi e paesini meravigliosi dove è sempre possibile trovare strutture o bici grill per rifocillarsi.




A Borgo Valsugana ci siamo fermati a pranzo da Giuseppe, Martina, Allegra e Anna che, con la loro accoglienza, ci hanno dato il benvenuto come fossimo persone di famiglia. Hanno organizzato a nostra sorpresa un pranzo fenomenale. In pratica è stato un remix culinario trentino-pugliese (Giuseppe viene dalla Puglia), un intreccio di pane, taralli, salame, carne salada, pomodori, burrate e dolci tipici. Birre a volontà. Caffè e confetti tenerelli. È stata una pausa rigenerante in tutti i sensi, perché la famiglia di Giuseppe ci ha caricato non solo di calorie preziose e buone ma anche di vibrazioni positive. Queste sono le cose belle della bicicletta e quell’ora e mezza passata a Borgo Valsugana è stata uno dei valori aggiunti di questo viaggetto. Grazie Ally!


Da Borgo a Riva mancano ancora 70km e alle 15:30 del pomeriggio le ore di luce non sono ancora tante, ad inizio marzo. Fino a Caldonazzo ci ha scortati Giuseppe che non sappiamo ancora se voleva davvero pedalare con noi o se semplicemente voleva sentirsi meno in colpa dopo il super pranzo. Giuseppe ci ha raccontato un pò di aneddoti sul territorio e a Caldonazzo ci siamo arrivati di slancio.
Da Caldonazzo a Bosentino è presente l’unica salita del giro, il resto sono solo brevi strappi. Comunque è una salita corta, pedalabile e su fondo asfaltato dalla quale si può osservare dall’alto il Lago di Caldonazzo.

Questa salita conduce attraverso l’Altopiano della Vigolana che abbiamo davvero apprezzato per la sua tranquillità e per gli scorci che regala sulle vette rocciose tutto attorno: in questo periodo, sulle creste rocciose, resiste ancora la neve ed è bellissimo vedere un paesaggio quasi invernale ma con un tepore che lascia presagire una primavera imminente. Quando pedalerete qui, rallentate e godetevi questo pianoro tra le montagne.

Piede a terra, antivento indossato e giù verso il piccolo paesino di Mattarello, guidando una discesa tutta curve, divertente e a capofitto sulla Valle dell’Adige.
A Matterello non si fa tempo ad attraversarlo che già si è sulla Pista Ciclabile della Valle dell’Adige. Se arrivate qui al pomeriggio e la vostra direzione di pedalata, come nel nostro caso, è Nord->Sud, siate pronti ad affrontare il vento contro, a volte anche forte. Per raggiungere Rovereto abbiamo pedalato sulla pista ciclabile per circa 20km e, tralasciando il vento, pedalare qui è pazzesco. Gli occhi volano in alto sui crinali rocciosi colorati dall’ultimo sole della giornata e tra i rami degli alberi a cercare i colori del tramonto.

Il secondo giorno inizia con una colazione abbondante alla Pasticceria Dante (su stretto consiglio di Valentina) e poi con la stessa ciclopedonale lungolago del giorno prima ma questa volta pedalata con la luce del sole. Il vento era calmo e di conseguenza anche l’acqua del lago. Le prime pedalate le abbiamo fatte tranquille, senza fretta, gustandoci il passaggio con il lago a fianco. In lontananza un super panorama sulle montagne, tra cui il Dos Remit, il Monte Varagna ed il Monte Altissimo di Nago.



Da Torbole, pedalando prima sulla strada statale e poi sulla ciclopedonale del Lago, si inizia a scendere con direzione Bardolino, passando per Malcesine. Alla mattina generalmente il vento soffia da Nord a Sud lungo il lago e si arriva a Malcesine volando. Il vento tuttavia è stato buono con noi e ci ha dato il permesso per volare con il drone e quindi ammirare dall’alto lo spettacolo.

Lungo la ciclopedonale sembra quasi di pedalare sull’acqua del lago. In poco tempo si arriva a Torri del Benaco.

Se volete pedalare veloce vi consigliamo di stare sulla strada; se invece volete prendervela con calma e non avere il fruscio delle auto che vi passano accanto, pedalate sulla ciclopedonale: dovrete prestare attenzione a chi passeggia ma ci si gusta il lago proprio da vicino.


Purtroppo in questo tratto Davide ha forato ben tre volte (un vetro prima, poi ha pizzicato una camera d’aria ed infine la toppa messa sulla camera non ha tenuto). Abbiamo perso molto tempo per ovviare a queste forature e a Bardolino, dopo un veloce toast e Coca-Cola abbiamo valutato di pedalare in traccia fino a Verona Porta Nuova per prendere un treno fino a Vicenza per guadagnare il tempo perso. Questa è stata la nostra pausa caffè a Cisano, con la bici di Davide ruote all’aria per la terza volta.

A Verona Porta Nuova, biglietti e treno.









