Bikepacking in Lessinia
Poco prima del passo abbiamo visto il Lago di Garda, bellissimo. Ma nel corso del giro lo avremmo visto ancora ed in momento ancora più unico. Al Passo Fittanze abbiamo iniziato a capire cosa avremmo trovato di lì a poco, prima però panino con salsiccia e cipolla. Siamo ripartiti pedalando verso Malga Lessinia, su una stradina asfaltata che taglia i crinali.
Una strada stretta, tra alberi arancioni e rossi, fino in cima al nostro GPM dove si è aperto un panorama pazzesco ai nostri occhi: si riusciva a scorgere il Gruppo del Carega, il Pasubio e il Monte Baldo.
Questo è un luogo bello perché dopo tanta salita si realizza dove si è arrivati. In poche curve e qualche tornante si apre una vista a 360 gradi con panorami stupendi in ogni direzione.
Dal Passo Fittanze si entra sul percorso della Translessinia e si pedala sulle strade Agropastorali della Lessinia. La nostra traccia inizia da Verona e la percorre per intero.
È una stradona bianca, tutta in quota, che attraversa da est a ovest tutta l’Alta Lessinia.
Il fondo è quasi sempre compatto ma ci sono dei tratti con un fondo un pò più grossolano. Consigliamo di pedalarci con dei pneumatici da 42/45mm. Se siete dei gravelers tolleranti alle sollecitazioni potete pedalare su questa traccia anche con le 38mm. La strada è panoramica, si passa vicino a molte Malghe o Rifugi quindi è un luogo ideale per fermarsi, soprattutto in estate.
La temperatura dell’aria ed il sole andavano di comune accordo. Scendevano, a buon ritmo. Abbiamo indossato prima i gambali e i guanti. Poi il gilet. È stato un momento meraviglioso, costruito di emozioni vere.
Vedere dall’alto le prime vette imbiancate. Sentire l’aria fredda da nord. Vedere i colori e lo spettacolo.
Abbiamo iniziato a percepire già alle 15:00 il freddo che avremmo trovato in questo tramonto pedalato. Dopo mezz’ora il termometro era a 0° e poco dopo sotto. Se pedalerete in queste zone in autunno o in inverno portatevi un piumino e dei guanti pesanti, ideale anche delle scarpe invernali o copriscarpe adeguati. Quando calerà il sole questi accessori faranno la differenza nel godersi a pieno il momento.
Abbiamo pedalato a bocca e occhi spalancati, ascoltando il rumore della gomma sui sassi. Ogni istante ci sembrava quello buono per scattare una fotografia o fare una clip video. Fermi, foto, riparti. Fermi, video, riparti. È stato tutto così il nostro pomeriggio, consapevoli di pedalare in un paradiso ma con quella paura di perdere qualcosa per strada, di non osservare una montagna, di perdere un raggio di sole su un crinale.
Ci siamo ritrovati nel posto giusto al momento giusto: era tutto perfetto. Quel momento lo avevamo atteso da settimane. Lo avevamo immaginato proprio così, freddo, silenzioso e tutto giallo-azzurro. Una palette mearvigliosa. Una felicità vera. Crediamo che l’autunno e i primi freddi siano il pretesto migliore per vivere una avvantura in bicicletta e darci un motivo in più per amare questo sport meraviglioso, che vive insieme alla stagionalità della nostra casa.
Il sole è andato giù veloce, dietro ad alcuni crinali pedalavamo in ombra e le pozzanghere erano completamente delle lastre di ghiaccio.
Dopo l’ultima breve salita verso Malga San Giorgio abbiamo cambiato i guanti in pile e indossato qualcosa di più adatto. Anche se ci concedevamo solo delle micro pause per non raffreddarci troppo, in una di queste, ci siamo gustati il tramonto guardando il Lago di Garda. Lo abbiamo trovato di colpo, dopo una curva. Il sole era appena dietro le montagne. Il nostro respiro tagliava il silenzio.
Siamo ripartiti con le luci accese verso Malga Malera e poi il Rifugio Lausen. Qui si va in discesa, la stratta è sterrata ed il fondo compatto fa venire voglia di lasciare andare la bicicletta.
Si arriva al Rifugio percorrendo strade bianche incredibili con panorami pazzeschi. Gli ultimi chilometri sono su un single track con fondo erboso, quasi come un red -green- carpet che pone fine a questa traccia meravigliosa.