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Bikepacking in Croazia

Parenzana in bici

 
Bikepacking in Croazia Parenzana in bici
Su questo blog, in questi mesi, ci siamo stati poco. Abbiamo pedalato un pò di più e scritto un pò di meno. La stagione è andata alla grande, abbiamo partecipato a molti eventi e fatto dei percorsi fighissimi. La primavera e poi l’estate hanno dato il via ad un susseguirsi di avventure, giri, social ride ed eventi che ci hanno fatto macinare un sacco di km e di emozioni. Abbiamo preso delle scaldate allucinanti, scalato delle montagne selvagge e lavato bici e borse con acquazzoni improvvisi. Pedalare è vivere. È stare fuori. Abbiamo vissuto un altro anno bellissimo in sella alle nostre biciclette e Gravellata ha compiuto due anni. Abbiamo conosciuto persone splendide che condividono la nostra stessa passione e costruito legami più forti con gli amici già incontrati. Questi mesi sono stati altresì importanti perché abbiamo raggiunto un nuovo livello di confidenza con la nostra passione per il pedalare. Abbiamo immaginato cose nuove. Abbiamo una nuova direzione verso cui spingerci e verso la quale vogliamo far virare questa Gravellata. Il vento sembra quello giusto e le gambe hanno tutta l’energia e la forza di una vela. Non è ancora arrivato il momento di raccontarvi cosa, questa estate, ci ha riservato. Come per le salite e come per le discese, arriverà il momento giusto.
 
Le giornate si stanno accorciando. La luce alla sera fa un passo indietro mentre l’umidità e la foschia fanno un passo avanti. Non si parte più con le lenti scure sugli occhiali ma si scelgono le fotocromatiche e si ricaricano le luci. Sì, è arrivato quel periodo. Dietro a casa, sulle nostre strade di collina, l’autunno arriva in anticipo, quasi ad avvisarci dell’imminente cambio. Per noi è un cambio bello, gradevole, adoriamo vedere i colori. Adoriamo infilare i manicotti ed un gilet ma ripensiamo anche con nostalgia all’estate appena trascorsa. Sono belle le foglie che cadono ma la libertà della bicicletta in estate è qualcosa di ineguagliabile. La bicicletta dicono che insegni a vivere. È vero, è disciplina. Di disciplina ne hanno anche le stagioni che sanno alternarsi con costanza e perseveranza ogni anno. La bicicletta ci insegna a godere del caldo e del freddo. Ci insegna che c’è un tempo per desiderare le discese per rinfrescarsi ed un tempo per cercare le salite per scaldare mani e piedi.
 
Siccome l’autunno non si è ancora deciso ad entrare definitivamente in scena, ad inizio ottobre avevamo voglia di fare un’altro weekend in bikepacking, viste le giornate fantastiche che stiamo vivendo. C’è sole e le temperature sono gradevoli a tutte le ore del giorno. Ora stiamo scrivendo in t-shirt ma probabilmente quando questo Blog verrà pubblicato lo leggerete con qualche grado in meno e forse con le maniche lunghe.
 
Inizio ottobre è quindi un momento perfetto per caricare le borse sulla bici e fare un’ultima avventura in setup estivo. Così è stato. Serviva un bikepacking trip con tanta ghiaia ma dai forti connotati estivi. Per salutare una stagione che se ne va. Serviva anche un pò di sabbia, pini marittimi e il profumo della salsedine. Abbiamo perciò deciso di creare un anello in grado di portarci a scoprire la Croazia, dall’entroterra al mare, percorrendo per intero la Parenzana che non avevamo ancora fatto. L’anello che abbiamo tracciato misura 229km e ha 2400 metri di dislivello. Abbiamo deciso di percorrerlo in due giorni per darci il tempo di viverlo ma soprattutto di raccontarlo.
 
Questa è la mappa del nostro percorso nel quale consigliamo di pedalarci in gravel bike: c’è molto sterrato ma sempre compatto e scorrevole. Per buona parte del percorso le ruote girano sulla ghiaia ma c’è anche asfalto quindi la gravel è il mezzo che secondo noi permette di divertirsi al massimo su questo tracciato. Vi lasciamo anche il collegamento all’attività su komoot, cliccando qui.
Bikepacking in Croazia Parenzana in bici

Per questa avventura abbiamo attrezzato la bicicletta con poco, una borsa da telaio da 4 litri con dentro la tecnologia (quasi tutta riempita con materiale per il video), spazzolino e dentifricio più una camera d’aria con uno scaldacollo arrotolato attorno per proteggerla. Sulla borsa sottosella da 7 litri ci abbiamo infilato mutande, t-shirt, calzini, pantaloncini, una felpa leggera, un antivento, cappellino e le infradito. Luce frontale da 800 lumen e una posteriore da 50. Doppia borraccia e upside-down il nostro kit meccanico composto da schiuma, CO2, vermi, scotch, smaglia catena e falsamaglia, cacciacamera e un set di brugole limitate alla sola viteria della nostra bici.

Per portarci il drone abbiamo optato per lo zainetto da trail. Abbiamo recentemente aggiornato il nostro Drone passando al DJI Mini 3, un pò più voluminoso del Mini 2 che prima riuscivamo a far stare sulla borsa da telaio. Quest’anno, lo zainetto, lo stiamo utilizzando sempre di più. Ci toglie peso dalle tasche della maglia; le tasche sugli spallacci sono capienti e ci riusciamo a far stare il telefono, la compatta e la GoPro. Inoltre avere un piccolo spazio extra fa sempre bene, per esempio se ci si deve fermare e fare un pò di scorta di cibo e di acqua. Lo zainetto è diventato un nostro accessorio indispensabile nei viaggi o nei trail. Il modello in questione è uno Evadict 10lt che abbiamo acquistato alla Decathlon e fa benissimo il suo lavoro e anche a pieno carico è molto stabile (viene venduto assieme alla sacca idrica da 1lt).

Bikepacking in Croazia Parenzana in bici

Non abbiamo pedalato da soli anche se chi ci conosce sa che non per forza dobbiamo sempre pedalare in gruppo. Spesso non pedaliamo neanche in due, sentiamo l’esigenza di stare da soli e in silenzio, godendoci i rumori che il rotolamento provoca. Ma come ci piace stare da soli, ci piace pedalare anche insieme e con gli amici. Crediamo sia uno dei valori aggiunti di questo sport decidere con chi praticarlo. Si impara a stare bene con se stessi e a decidere cosa si vuole ma anche a condividere un viaggio con altri, assecondando i bisogni di tutti. Questa avventura l’abbiamo vissuta assieme a Tina, un bagaglio che deve mangiare, che deve bere e talvolta rumoroso. Spinge come un mulo e non si lamenta mai. È un bagaglio di energia che rende sempre le nostre pedalate migliori e ci da un motivo in più per raccontarle. Siamo anche dei solitari ma nulla supererà un viaggio con le persone giuste! E così è stato.

Bikepacking in Croazia Parenzana in bici

Questa avventura la abbiamo immaginata e costruita in pochi giorni, dopotutto bastava un orario di partenza, dei biglietti per il treno ed il viaggio sarebbe venuto da sé. Ci siamo trovati in Stazione a Vicenza alla mattina presto ed abbiamo preso il treno per Trieste che era ancora buio. Nel corso del viaggio il sole è sorto e si è aperta un’altra giornata stupenda di inizio ottobre. Scesi a Trieste abbiamo fatto una veloce colazione e siamo partiti in direzione Muggia, subito in traccia. Nel primo tratto abbiamo pedalato tra il porto e la città, immersi nel traffico. Scelta obbligata. Per fortuna in pochi km siamo volati fuori dalla città ed abbiamo imboccato una ciclabile asfaltata molto divertente, tutta curve e sali scendi, che ci ha portati in Slovenia. Qui abbiamo pedalato vicino a Capodistria e poi su una ciclabile enorme, lungo il mare. Mezza carreggiata pedonale e l’altra metà ciclabile. A parte qualche motorino, è stata sicuramente una delle ciclabili più belle e sicure sulle quali abbiamo pedalato. Ampia e pulita.

Dopo la maxi ciclabile, la strada si stringe e si inerpica tra gallerie e piccoli abitati verso la costa slovena. Raggiunte le Saline abbiamo varcato anche l’altro confine e siamo entrati in Croazia. Da qui la traccia si fa più selvaggia e più silenziosa. Abbiamo pedalato sul primo sterrato, in salita, alzandoci di quota.

È una salita scorrevole, molto pedalabile che poco a poco ci ha portati a 100 metri di quota regalandoci degli scorci pazzeschi sul mare dietro di noi.

In cima alla salita siamo arrivati in un altopiano se così si può definire. Abbiamo pedalato tra la natura incontaminata in una ampia e deserta strada asfaltata fino a Bassania dove abbiamo deciso di fermarci a pranzo. Qui di chilometri ne avevamo già fatti 60, in poco meno di tre ore. Frittura di calamari e Booking il nostro menù. Piani di viaggio veri e propri non ne avevamo ma l’idea iniziale era quella di pedalare fino a Poreč. Qui, a pranzo, abbiamo deciso di aggiungere altri 20km alla prima tappa e farne così 120. Abbiamo trovato una stanza a 67,00€ a Ferenci, 500 metri fuori traccia. Non sapevamo cosa avremmo trovato ma visto i pochi paesini nella zona abbiamo prenotato senza dubbi.
 
Dopo pranzo abbiamo ripreso a pedalare sotto ad un sole che scaldava quasi come in estate e la digestione è stata aiutata da una strada in leggera discesa verso la costa. Per tutto il pomeriggio abbiamo pedalato lungo il mare, saltando tra paesini e strade bianche che tagliavano pinete marittime. Tante pinete e tante strade lungomare anche se il mare, a volte, filtrava la vegetazione.

A Novigrad ci siamo presi una pausa per alzare il drone e guardarci dall’alto la ciclabile lungo la cosa appena percorsa.

Il pomeriggio è filato via veloce. L’arrivo a Poreč è stato un momento bellissimo della nostra avventura con il sole che colorava tutto di toni caldi. A Poreč ci siamo arrivati alle 17:30 circa pedalando su stradine sterrate e asfaltate lungo il mare. E anche tra boschi e pinete incontaminate.

Spesa veloce in un piccolo market (due/tre cose per la colazione del giorno dopo) e via sulla Parenzana verso la nostra stanza a Ferenci. Questo è stato uno dei momenti più belli e avventurosi perché man mano che ci alzavamo di quota ci siamo gustati il tramonto con il sole che spariva tra le colline della Parenzana.

Bellissimo e umidissimo. Abbiamo pedalato tra distese di ulivi e coltivazioni varie. A volte in mezzo ai boschi. Abbiamo acceso le luci e siamo arrivati a Ferenci alle 19:30.
 
Ferenci è un paesino piccolo ma sembra avere tutto quello che serve ad un cicloviaggiatore: stanze presso cui dormire, dei ristoranti dove si mangia bene e a buon prezzo ma soprattutto persone accoglienti. Alexander, proprietario del piccolo appartamento, ci ha accolto a braccia aperte offrendoci quello che lui chiama “Welcome drink”: grappa del luogo e una bevanda dissetante analcolica. Non ci sono stati né se e né ma: 3 bicchierini a testa di grappa abbiamo dovuto berli. Alexander ci ha assicurato che la bevanda faceva bene e che non ci saremmo svegliati con il mal di testa.
 
Dopo l’aperitivo (non siamo ancora sicuri che fosse un aperitivo), ci siamo fatti una doccia e siamo andati a cena in un vicino ristorante dove preparano delle pizze cucinate in pentola che sono buonissime. Come dice Tina eravamo dei ciclisti sazi, dei ciclisti stanchi ma dei ciclisti contenti. Notte!
 
Sveglia alle 6:00 e nessun mal di testa. La medicina di Alexander ha fatto bene! Eravamo d’accordo con lui che il mattino seguente avremmo fatto colazione assieme. Sì, ci ha offerto anche quella: caffè turco e brioches! Ci ha anche dato da portare a casa una marmellata e delle olive, tutti prodotti del posto. Le bici erano cariche e per fortuna c’era spazio anche per il pacco gara! Trovare Alexander in questo piccolo paesino sulla Parenzana è stato uno dei valori aggiunti di questa nostra piccola avventura. Ci ha accolto e trattato con una gentilezza fuori dal comune. Quelle ore a Ferenci sono state un vero toccasana, sia per le nostre energie che per il bagaglio di emozioni che ci siamo portati a casa. Iniziare la giornata con un caffè turco e facendo del bene alle persone è sicuramente un buon modo per iniziare un nuovo giorno.
 
Clack sui pedali, quattro curve ed eravamo a Vizinada con il vetro del barattolo di olive che ogni tanto toccava la cerniera della borsa che lo conteneva. Vizinanda come Ferenci, sono due paesini bellissimi, a circa 260 metri sul livello del mare. Noi li abbiamo attraversati in momenti estremamente tranquilli e silenziosi. Forse per questo ci sono sembrati ancora più magici. La foschia stava più in basso e questi piccoli paesini ne stavano fuori, in silenzio, al salvo dall’umidità. Da Vizinada, sempre sulla Parenzana, abbiamo iniziato a scendere verso Lavade, su un percorso interamente sterrato e dal fondo sempre compatto.
Bikepacking in Croazia Parenzana in bici

A Lavade eravamo praticamente sul livello del mare e l’umidità si faceva sentire. Eravamo immersi in quella foschia che vedevamo da Vizinada anche se per poco. Abbiamo iniziato la seconda -sempre molto facile- salita di questo percorso. Sterrato dal fondo compatto, tanti ponti e qualche galleria. Questo è stato il menù per circa 40km. Abbiamo pedalato immersi in boschi di pini marittimi, faggi e betulle. L’autunno iniziava a colorare questa vegetazione. Per tanti chilometri abbiamo pedalato in mezzo ad una natura vera e lontani da qualsiasi centro abitato. È stato sicuramente un pedalare tranquillo, diverso dal solito. Un altro momento bellissimo di questa avventura improvvisata.

Alle 11:00 di mattina, dopo 3 ore di sterrato, le bici erano completamente bianche di polvere. È bello vederle così vissute, significa che si sono divertite e sicuramente anche chi le ha guidate.

Abbiamo rimesso le ruote sull’asfalto nei pressi di Buia e ci siamo ricongiunti alla traccia del giorno prima. Abbiamo pedalato sullo stesso percorso a ritroso fino in Slovenia (dove abbiamo pranzato) e poi in Italia, fino alla Stazione dei treni di Trieste. Abbiamo perso il treno delle 16:15 per 1 minuto e quindi ci siamo accampati in stazione, sorseggiando caffè.

Siamo arrivati a Vicenza alle 20:00. 
 
È stata un’avventura semplice e bella, alla portata di tutti e che consigliamo sia ai viaggiatori scafati ma soprattutto a chi vuole mettersi alla prova in un primo viaggio in bikepacking. Vi consigliamo poche cose, in tutti i sensi. Viaggiate leggeri, troverete molte strutture presso cui appoggiarvi. Noi consigliamo una gravel bike con coperture da 35/38mm per percorrere al meglio questo itinerario. Portatevi via acqua e valutate di averne almeno un litro nel segmento Buia-Poreč dove non abbiamo trovato fontane. Forse unico punto dolente del percorso. 
È stato bello scoprire la Parenzana in sella alla bici, senza aver letto nulla a riguardo o aver visto fotografie. È stato un viaggio istintivo, spartano ma per questo vero e sorprendente. Abbiamo letto per la prima volta il nome dei paesi proprio sui cartelli stradali mentre ci passavamo accanto ed è stata una sensazione di scoperta e conquista ad ogni cartello. 
 
È stato ancora più bello condividere questo weekend con Tina che si conferma essere una di quelle persone con cui non potremmo mai fare a meno di pedalare.
 
Qui sotto vi lasciamo il video di questa avventura.